Il coraggio della pittura
17 giugno – 16 ottobre 2024
Opening 15 giugno ore 11
Il titolo della mostra di Paolo Patelli è preso in prestito da una recensione che Gian Piero Vincenzo gli dedicò nel 1989. In quegli anni Patelli dipingeva forsennatamente grandi opere partendo dalla misura 100 x 70: una tecnica mista su carta dove non manca il collage o qualche squarcio, il tutto incorniciato in una sottile cornice bianca o nera con vetro o Plexiglass. Dalla moltiplicazione di quella misura prendevano avvio opere che arrivavano fino a 4 metri. Artista di grande esperienza, definita da un’incontenibile ricerca e da una continua sperimentazione che ha distinto periodi diversi della sua carriera artistica. Ma è alla fine degli anni ’80 che proprio la “pittura pittura” ha il sopravvento, e lui stesso dice:
Dipingo il concetto di pittura, dipingo l’atto del dipingere, dipingo da trent’anni (e un po’ di più) lo stesso quadro, dipingo come scrivo, dipingo come Lester Young suonava il sax (meno bene), dipingo per distruggere lo spazio della pittura, dipingo per crearne uno mio, dipingo perché sono allegro, dipingo perché sono triste, dipingo per non morire (come tutti), dipingo perché amo la vita. Non so cosa la gente farà della mia pittura, né di quella di tutti gli altri.
La mostra presenta proprio il suo periodo più produttivo quando le sue opere seducevano il grande pubblico delle fiere italiane e internazionali. Le opere vanno dal 1988 al 1991 con l’obiettivo di riproporre oggi un modo ancora attuale di essere pittura: fisico, materico, colorato, agito.
Arazzi
17 giugno – 16 ottobre 2024
Opening 15 giugno ore 11
Anna Galtarossa ritorna allo Studio la Città sabato 15 giugno con una mostra tutta nuova. L’artista entra con i suoi arazzi in una personale che dovrebbe rispondere alla domanda Cos’è la pittura? È quindi interessante capire il processo che ha spinto l’artista – dall’inesauribile creatività e animata da un’intensa e poliedrica attività di ricerca e di studio attento ai materiali, per lo più tessili – a produrre arazzi come se fossero dipinti: il filo è colore e allo stesso tempo tela? Lei, che si riconosce nel ruolo di scultrice, offre un punto di vista laterale per questi lavori, che non sembrano accettare catalogazioni troppo rigide e lascia aperta la strada anche ad una forma di pittura. Così l’artista presenta il suo lavoro più recente:
Ad una certa età il revisionismo storico diventa inevitabile e la mitologizzazione del proprio passato è un’attività formativa. Gli arazzi sono un esercizio agiografico che ritrae le mie sculture e installazioni del passato trasferendole ad una dimensione leggendaria. Sto costruendo una retrospettiva tessuta con la lana. Come gli arazzi del passato che raccontavano le gesta di eroi e re, racconto le vicende e i paesaggi dei miei mostri, spiriti e i personaggi che popolano le mie installazioni. Ora come allora non sempre gli elementi narrativi corrispondono al vero, alle volte luoghi e tempi si mescolano in una continua meditazione sulla memoria e le percezioni. Da questo trasferimento linguistico stanno già nascendo nuove strade, forme e storie. Spero che, come la tessitura, ci aiutino a rinforzare il nostro rapporto con la terra e con i nostri antenati.
Una tela viva
L’invenzione del Quadro Mediale
17 giugno – 16 ottobre 2024
Opening 15 giugno ore 11
Il progetto di Davide Maria Coltro invita il pubblico a esplorare nuove dimensioni della pittura offrendo un’esperienza che va oltre le rigide categorie dell’opera statica o della videoarte. La sua è una riflessione sull’essenza ed i confini della pittura stessa. Guardando il suo lavoro si entra in una dimensione particolare e spiazzante avendo a che fare con un’opera mai uguale a sé stessa che induce alla contemplazione e che Coltro chiama Quadro Mediale. Una caratteristica peculiare dell’opera è la possibilità di essere raggiunta da remoto, incarnando il concetto di “opera aperta” teorizzato da Umberto Eco. La tela elettronica diventa territorio di relazione immerso nel divenire, permettendo diversi livelli di interazione tra il pubblico e l’artista stesso che opera oltre i confini del suo Atelier, potenzialmente in ogni luogo dove sia presente un Quadro Mediale a lui connesso. Questo concetto è frutto di una lunga ricerca e sperimentazione che Davide Maria Coltro aveva già avviato alla fine degli anni novanta ed è quindi profondamente radicata nel suo vissuto. Nel Quadro Mediale l’artista tratta media digitali e tecnologia alla stregua di tela e pennelli, e precisa:
Combino i principi della pittura tradizionale ai supporti digitali, creando opere che possono essere continuamente aggiornate e modificate. Utilizzo schermi digitali come tele vive dove la pittura elettronica, composta di bit e pixel si forma, trasforma e vive in costante evoluzione. Questa tecnica permette una dinamicità che sfida i confini dell’arte tradizionale ampliando il lessico della pittura e trasformando il modo in cui gli artisti concepiscono e realizzano le loro opere.