Le opere di Upadhyay utilizzano due media, la fotografia e la pittura. I suoi lavori spesso rappresentano l’idea di “casa” in quanto senso di dislocazione nei confronti dei riferimenti domestici, in cui le persone sono violentemente spostate. Il contenuto narrativo delle sue opere si esprime attraverso una voce urbana e riflessiva. L’artista incorpora la sua immagine personale alle fotografie nelle sue opere, al fine di introdurre distorsioni nella lettura delle immagini, interferendo così con ciò che vuole comunicare. Upadhyay spinge in direzioni varie e spesso contraddittorie nelle sue opere, cercando di riflettere lo stato interiore di dislocazione.
Attingendo ampiamente dalla sua esperienza personale, Upadhyay crea narrazioni da materiali di recupero per esplorare temi di genere, migrazione, socioeconomia e sviluppo urbano. “Molto del caos nel mio lavoro proviene in realtà dalla città”, ha spiegato. “Quando lavoro nel mio studio a Mumbai, ci sono molti elementi, di decadenza, di vita, di caos. È una condizione a doppio taglio quando vedi lo sviluppo in corso: vedi la crescita ma anche la decadenza”. Nata Hema Hirani nel 1972 a Baroda, India, ha conseguito sia il BFA che il MFA presso l’Università di Baroda, rispettivamente nel 1995 e nel 1997. Ha continuato a esporre a livello internazionale, con mostre personali al MACRO di Roma, all’Institute of Contemporary art di Brisbane e alla Gallery Nature Morte di New Dehli, tra gli altri.
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Opere disponibili
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The Princesses’ Rusted Belt, 2011
Gouache acrilica, pastelli e fotografie su carta Arches
183,5 x 113,8 cm -
The Princesses’ Rusted Belt, 2011
Gouache acrilica, pastelli e fotografie su carta Arches
182,4 x 111,7 cm -
The Princesses’ Rusted Belt, 2011
Gouache acrilica, pastelli e fotografie su carta Arches
181,7 x 113,4 cm -
The Princesses’ Rusted Belt, 2011
Gouache acrilica, pastelli e fotografie su carta Arches
181,2 x 113 cm -
Killing Site I, 2008
Gouache, acrilico, pastello asciutto e collage fotografico su carta con fogli di alluminio, smalto, resina e compensato marino
183 x 122 x 91,5 cm -
Killing Site II, 2008
Gouache, acrilico, pastello asciutto e collage fotografico su carta con fogli di alluminio, smalto, resina e compensato marino
183 x 122 x 91,5 cm -
Killing Site III, 2008
Gouache, acrilico, pastello asciutto e collage fotografico su carta con fogli di alluminio, smalto, resina e compensato marino
183 x 122 x 91,5 cm -
Killing Site IV, 2008
Gouache, acrilico, pastello asciutto e collage fotografico su carta con fogli di alluminio, smalto, resina e compensato marino
183 x 122 x 91,5 cm -
The princesses' rusted belt #5, 2011
Terracotta, carta e legno
32 x 42 x 17,5 cm -
Untitled, 2011
Terracotta, carta e legno
34 x 42 x 22,5 cm -
The princesses' rusted belt #1, 2011
Terracotta, carta e legno
32 x 42 x 17,5 cm -
Silent Shadows, 2015
Installation view
Padiglione Iran - Biennale d'Arte di Venezia, Venezia
Vecchio armadio, uccellini in terracotta fatti a man, filo di ferro, colori acrilici
214 x 130 x 47 cm
Installazioni
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TORN CURTAIN, 2024
Installation view
Studio la Città, Verona -
La Musée 2, 2020
Installation view
Studio la Città, Verona -
Un racconto in sei stanze, 2016
Installation view
Palazzo Barbò - Studio la Città -
Omaggio a Hema Upadhyay, Where the Bees Suck, There Suck I, 2016
Installation view
Studio la Città, Verona -
Silent Shadows, 2015
Installation view
Padiglione Iran - Biennale d'Arte di Venezia, Venezia
Vecchio armadio, uccellini in terracotta fatti a man, filo di ferro, colori acrilici
214 x 130 x 47 cm -
The Princesses’ Rusted Belt, 2011
Installation view
Studio la Città, Verona -
Hema Upadhyay, 2011
Installation view
Studio la Città, Verona -
Where the Bees Suck, There Suck I, 2011
Installation view
Helsinki Art Museum – The Tennis Palace, Helsinki -
Where the Bees Suck, There Suck I, 2009
Installation view
MACRO, Roma