Attraverso i lavori dell’americano Nick Cave incontriamo l’Altro. Anche se non ci è dato sapere se questi fantastici vestiti siano il frutto barbarico di una cultura lontana nel tempo e nello spazio, o la profezia di un futuro possibile. Le sue opere presuppongono da parte dello spettatore curiosità e condiscendenza.
Ogni opera di Cave è un invito a entrare dentro di essa, a muoversi con essa e a provare quanta fatica si deve fare per divenire altro. Anche quando è collocato su un manichino, il Soundsuit, il vestito sonoro, è pronto ad essere indossato.
Con i suoi lavori il gioco dello scambio è duplice: ci si trova di fronte a tutto l’armamentario dell’esotico, quale noi crediamo che sia, per collocarlo in una casella sicura, garantita dall’intelligenza della vista, ma proprio per questo tenuta lontana dalla portata del tatto.
La distanza che si viene a creare è quella che instaura lo spettatore, nel momento stesso in cui si avvicina, per capire l’importanza del ruolo svolto dall’uomo in tutto questo.
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Installazioni
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Torn Curtain, 2024
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Studio la Città, Verona -
Nick Cave, 2010
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Nick Cave, 2010
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