Daniel González

Daniel González è nato in Argentina nel 1963, vive e lavora tra New York e Verona.

Il suo lavoro nasce dalla ricerca sul rito della celebrazione e lo sconfinamento tra categorie; si declina in progetti pubblici chiamati “architetture effimere” ispirate alle macchine barocche del Bernini, banner-painting in paillettes cucite a mano e pezzi unici indossabili presentati in performance ad alto impatto. González crea mondi deliranti, pieni di energia, spazi di libertà dove le convenzioni esistenti collassano.

Nel 2007 realizza le prime due architetture effimere su larga scala in collaborazione con l’artista Anna Galtarossa. La prima, Chili Moon Town Tour, una città utopica galleggiante è stata inaugurata nel Bosque de Chapultepec a Città del Messico e prodotta da Maco México e Fondazione Jumex, a cura di Andrea Lissoni (Tate Modern, Londra). La seconda architettura effimera, Homeless Rocket with Chandeliers, è stata prodotta a Lambrate (Milano), una gru-installazione di

35 metri di altezza, usata in un cantiere nelle ore diurne, che annunciava la propria trasformazione in opera d’arte, accendendo neon, fumo e sirene al termine delle ore lavorative.

González prosegue la produzione di architetture effimere con Pop-Up Building per il Witte de With Festival di Rotterdam nel 2010, dove ha presentato la sua prima opera pop-up, coprendo una chiesa storica con cartone intagliato, come un libro pop-up gigante a cura di Ruud Reutelingsperger. Nel 2011 è stato invitato alla Biennale de El Museo del Barrio a New York creando Pop-Up Museo Disco Club, una scultura-installazione che trasformava la facciata del museo sulla 5th Avenue e l’atrio in un block party di sei mesi di durata, a cura di Rocío Aranda-Alvarado, Trinidad Fombella ed Elvis Fuentes. Nel 2013 Daniel González presenta a Verona l’installazione pubblica Romeo’s Balcony, un’idea di balcone installata in maniera speculare al balcone della Casa di Giulietta, opera realizzata in collaborazione con ArtVerona, i Musei Civici e il Teatro Stabile di Verona. Nel 2014 la fiera di design Ventura Lambrate lo invita a partecipare alla Milan Design Week con i progetti Criminal Aesthetic Fashion Soundsystem e il Daniel González D.G.Clothes Project. Nello stesso anno, Noah Khoshbin, curatore del Robert Wilson Watermill Center (Long Island, NY, USA) invita l’artista al Luminaria Festival in San Antonio, TX, USA, con la performance Bohemian Texas Street Home Fashion Show.

Il 2015 inizia con le performance del D.G.Clothes Project dal titolo Aaaaaaahhh Antologia di un Bugiardo, pensata per Marsèll nello showroom di Milano, Cheaper Fast Love, performance per la fiera di design Ventura Lambrate a Miliano e Portrait Fashion Factory, realizzata nel Complesso Monumentale Santo Spirito in Sassia, Roma, dove ha trasformato abiti in disuso o con particolare valore affettivo dei performer partecipanti in ritratti scultura indossabili. A seguire inaugura la personale Super Reality alla Galleria Valentina Bonomo (Roma) e nel mese di settembre presenta Pop-Up Building Milan installazione pubblica  per  Marsèlleria permanent exhibition a  Milano,  trasformando  l’edificio  nella  sua  fisionomia esterna, divenendo una gigantesca architettura effimera in cartone tagliato a mano, ispirata ai libri pop-up per bambini. Nel 2016 l’artista presenta Paper Building il progetto site-specific che inaugura la Fondazione La Fabbrica del Cioccolato in Canton Ticino (Svizzera). L’architettura effimera sulla facciata della ex-fabbrica Cima Norma riporta al grado zero la storia dell’architettura dell’edificio. In Paper Building l’applicazione di carta Bianca per manifesti sulla facciata esterna è totalizzante; annulla la storia dell’architettura industrial per scoprire una nuova identità attraverso gli spacchi e le interruzioni ad ogni porta e finestra.

Nel 2017 riceve il grant dalla Pollock-Krasner Foundation di New York, presenta la personale Your Stories alla Boccanera T Gallery di Milano e inaugura Imaginary Country, progetto site-specific per l’associazione Made in Lambrate, una installazione che unisce i tradizionali “pasacalles” argentini, striscioni dipinti a mano sulle strade pubbliche, e il linguaggio di internet. L’artista riporta così il mondo digitale nel quotidiano, attivando l’immaginazione per vedere paesaggi fantastici a Lambrate. Un invito rivolto ai passanti ad immaginare che il proprio quartiere – Lambrate – abbia tutto ciò che non possiede ma può desiderare con la propria immaginazione, ovvero la prima vera forma di realtà virtuale, prima di internet. Nel 2018 l’artista presenta l’architettura effimera Mi Casa Tu Casa come evento collaterale di Manifesta 12

Palermo ed è invitato a realizzare la più importante raccolta di architetture effimere dal titolo #WhatsupArgentina Mi Casa Tu Casa  con la partecipazione del pubblico del Museo Mar di Mar Del Plata, Buenos Aires, Argentina. Nel 2019 rappresenta Haiti su invito di Fondazione Francesca Rava all’interno della XXII Esposizione Internazionale Triennale di Milano, con la curatela di Mariano Pichler, courtesy Boccanera Gallery.

Ha esposto, inoltre, alla Zabludowicz Collection di Londra, al Musée d’Art Contemporain de Bordeaux, alla Pinakothek der Moderne di Monaco (DE), in Viafarini (Milano), al Neuer Kunstverein di Aachen, alla seconda Biennale di Pra ga e a Manifesta 7 Trento/Bolzano, nelle gallerie Studio La Città (Verona), Diana Lowenstein (Miami, USA), Boccanera Gallery (Milano e Trento) e Spencer Brownstone (New York City).

Le sue opere sono incluse in diverse collezioni private, tra cui ricordiamo Zabludowicz Collection (Londra), Fondation pour l’art contemporain Claudine et Jean-Marc Salomon (Francia), Luciano Benetton (Venezia), Patrizia Pepe (Prato) e Tom Patchett (Los Angeles).