Che cosa significa, continuare nel lavoro tradizionale del gallerista? Con questo si intende una serie di scelte personali, puntualmente seguite nel corso del loro sviluppo pluriennale? Cosa significa un lavoro individuale di fronte all’esplosione di un mercato globalizzato? Quale senso hanno, o come sono cambiati, i luoghi della presentazione di queste scelte, a partire dalla galleria per arrivare ai musei e anche, ovviamente, alle fiere dell’arte?
Ebbene, nonostante il proliferare ormai incontrollato di spazi non-profit, di aste e di fiere, pensiamo che da solo questo sistema sia destinato a fallire, e a dispetto della continua depressione del concetto stesso di “galleria”, quest’ultima sia ancora indispensabile per garantire una pluralità di scelte, una capillarità di opzioni, una libertà di concetti e, non ultimo, un vero e proprio canale d’accesso all’orizzonte della visibilità per gli artisti, altrimenti destinati a sottostare troppo a sistemi che molto probabilmente si costituirebbero rapidamente in “cartelli” […]
La capacità di mixare linguaggi consolidati con il nuovo che avanza, riesce dunque a far apparire l’attività di Studio la Città come sempre nuova e rinnovata, e contemporaneamente solida nelle sue scelte linguistiche, quindi affidabile per il mercato e il sistema dell’arte. Il prossimo passo riguarderà un ripensamento personale e operativo sul concetto stesso e sul ruolo del gallerista in un’epoca segnata fortemente dall’impatto economico e dalla ricerca del profitto immediato: aspettiamo delle sorprese…
Marco Meneguzzo, 2011