È l’ultima volta che Studio la Città partecipa a una fiera. Dal 1973 la galleria di Verona ha partecipato ininterrottamente ad alcune fra le più importanti fiere del mondo: da Art Basel (dal 1974) ad Art Cologne (1973 tra Colonia e Düsseldorf), ad Artefiera (1974), appunto. Studio la Città, tra le gallerie italiane più conosciute e stimate anche a livello internazionale, chiude con uno stand interamente dedicato all’artista americano Jacob Hashimoto (1973) e in particolare alla sua opera Armada.
Nel 2000 Hashimoto aveva esordito in quegli stessi padiglioni con un lavoro che gli portò una grande fortuna. Era poco più che un ragazzo e la sua complessa e delicata installazione con gli aquiloni era stata acquistata da un importante imprenditore italiano, creando intorno a lui un certo interesse da parte del mondo dell’arte. A quel punto la strada è andata in discesa. Armada già presentata nell’ampio spazio veronese della galleria, è costituita da molte piccole barche di legno sopra le quali è fissato un albero in alluminio blu laccato e una vela in cotone bianco.
Le barchette, appese ad una struttura in legno con un filo di kavler, si muovono tra i flutti di un mare solo immaginato, aiutate da un piccolo motore. L’atmosfera che si viene a creare è onirica, evocativa di mondi altri. I riferimenti sono molti, al viaggio, alla classicità, alla storia dell’arte. Il protagonista assente di questo lavoro è soprattutto l’uomo che si spinge al di là, che va oltre il suo circostante alla ricerca di un nuovo umanesimo.
Quella di Hashimoto è come un’incitazione, una spinta a un cambiamento di rotta. E cambiamento di rotta è quello di Studio la Città e della sua titolare, recentemente insignita, nel contesto di ArtBasel, dell’importante premio, Feaga Lifetime Award, dalla Federazione delle Gallerie d’Arte Europee.
Hélène de Franchis ha deciso, infatti, di non partecipare più, come espositore, alle fiere d’arte che, dopo molti anni, erano diventate come una sorta di coercizione, di impegno obbligato. Grazie alla conoscenza e all’esperienza accumulate durante gli oltre quarant’anni di attività, dedicherà la seconda parte della sua vita professionale, oltre che alle mostre in galleria, all’organizzazione di progetti e manifestazioni presso istituzioni pubbliche e private internazionali, cercando di aprire il dialogo con altri mondi, dalla musica, al teatro, al design.
Angela Madesani, 2012