Dopo una lunga assenza, lo Studio la Città ha partecipato di nuovo alla FIAC. Gli artisti esposti questa volta erano quasi tutti giovani e ancora poco conosciuti, senza però modificare la filosofia e la linea sottile che ha sempre collegato le scelte della galleria fin dal suo inizio.
Si potrebbe considerare Hiroyuki Masuyama come il punto di contatto fra gli artisti esposti in passato e quelli presentati oggi. Il suo lavoro è stato visto nella galleria per la prima volta nel 2002. Come nel caso di tutti gli altri artisti presentati dallo Studio la Città alla FIAC il tempo è al centro della sua ricerca. Però è un tempo mediato dalla sua particolare tecnica e dalla percezione della bellezza. La sua straordinaria qualità tecnica, può essere paragonata a quella utilizzata sia da Izima Kaoru per le sue ricerche nei misteri gotici del tempo passato sia da Mikhael Subotzky per le sue indagini negli orrori del tempo presente.
Le indagini sulla storia della pittura di Timothy Tompkins percorrono il sottile confine tra tecnica fotografica e pittura. Lindberg, come del resto Tompkins, porta la superficie alla nostra attenzione e ci costringe a meditare sulla sua individualità, ambedue gli artisti hanno una fisicità nel loro fare che rende le loro opere sorprendentemente vive. Fissare un particolare momento è al centro della ricerca di Gabriele Basilico. Guardando sia alla storia classica della fotografia e dell’arte, sia all’immediatezza dello stare nel mondo adesso, il suo lavoro unisce tutti i temi analizzati dagli altri artisti più giovani presentati nello stand e dimostra l’importanza della continuità nell’arte: lo stesso concetto che la galleria ha voluto portare avanti con la sua partecipazione a quest’edizione della FIAC.