Studio la Città ha presentato la prima mostra personale in Europa del giovanissimo indiano Balaji Ponna con una selezionata scelta di lavori recenti. Dedito specialmente alla pittura (ma non  solo: in galleria ha presentato infatti anche un’installazione), Ponna si distingue per  il  suo immaginario, fortemente legato alle vicende sociopolitiche del suo Paese (Ponna vive a Mumbai), ma contemporaneamente destinato a una fruizione universale: le forti contraddizioni interne all’India vengono rappresentate attraverso metafore che non escludono il ricorso da un lato al paradosso quasi  grottesco, dall’altro a un’ironia lieve e sorridente. Per Ponna l’India e il mondo sono luoghi dove la presenza umana non può che creare danno, attraverso inquinamento, conflitto, falsi bisogni, fallaci credenze, miti illusori. Il paesaggio è sempre “sporcato” dalla  presenza umana, la quale, però, è talmente ingenua, ignorante, spesso inconsapevole da risultare quasi  accettabile, simpaticamente autodistruttiva: di fatto,  le catastrofi prevedibili non appaiono mai cupe, ma quasi allegre nella loro ineluttabilità.

Complice di questa tragica allegria è anche, in maniera sostanziale, il modo di dipingere di Ponna: minuzioso come una miniatura indo-persiana, ma steso su grandi superfici, in modo che il significato amaro e pungente viene presentato alla stregua di una  grande decorazione tradizionale, che solo in un secondo tempo e a uno sguardo più attento, si rivela per quello che è: una tagliente denuncia delle contraddizioni della società, di tutte le società.