L’artista Roberto Pugliese con la mostra “Concerto per natura morta” si interroga sulla relazione suono/spazio, con un’installazione che coinvolge lo spettatore in un’esperienza percettiva plurisensoriale. Per la prima volta il museo accoglie un progetto di arte contemporanea nelle sue sale, una prosecuzione del percorso che vede il MUSE aperto alla contaminazione tra saperi.

Nell’estate 2014 è il legno il vero protagonista degli allestimenti del museo, sia nella dimensione pratica del costruire e fare impresa, che in quella poetica della rappresentazione artistica.
La mostra “Concerto per natura morta”, realizzata da Studio la Città e curata da Valerio Dehò e Olimpia Eberspacher, ha visto l’installazione di 13 tronchi cavi di castagno, giunti alla fine del loro ciclo vitale e sospesi a diverse altezze, in posizione orizzontale.
All’interno di ciascun tronco è stato posizionato un trasduttore tattile: un apparecchio elettronico che consente la propagazione del suono mediante il contatto diretto con la superficie sulla quale è adagiato.
In questo modo il suono è stato amplificato e modificato dal volume e dalla forma del tronco stesso.

I suoni riprodotti dall’installazione provengono dai luoghi in cui i tronchi sono stati prelevati e sono stati captati sia tramite registratori, sia con l’aiuto di accellerometri, microfoni a contatto ed altri dispositivi atti alla registrazione di attività soniche fuori dalla portata dell’orecchio umano. Queste sonorità sono state successivamente elaborate in digitale mediante software realizzati ad hoc ed in seguito assemblate compositivamente.

Le piante adoperate erano già morte per cause inerenti lo sviluppo del bosco che popolavano. L’artista ha creato così dei diffusori naturali in grado di trasmettere suoni elaborati, a partire proprio da rumori e fre­quenze generate meccanicamente dall’operazio­ne di preparazione dei tronchi stessi. Si può dire che il “Concerto per natura morta” rivitalizzi gli alberi e che la musica diventi la loro nuova linfa. 
Valerio Dehò, 2014