Le opere di David Lindberg rappresentano un’interessante risposta ai quesiti della pittura non figurativa del nostro tempo. È difficile classificare le sue opere, in cui il colore è velato da una compatta trasparenza.
Per realizzarle l’artista quarantacinquenne americano, che da anni vive in Olanda, utilizza materiali duttili, che rivisita: gommapiuma, resina epossidica, fibra di vetro, colore ad olio, pigmento, che gli consentono di lavorarli direttamente con le mani e con arnesi non professionali, strumenti occasionali: piccoli coltelli, cacciaviti, punteruoli. La tensione è quella di porre in evidenza l’aspetto tridimensionale, con un richiamo, attraverso le combinazioni di luce e colore, allo schermo televisivo. Lindberg ne è attratto da un punto di vista concettuale: dalle immagini che si muovono e che si sovrappongono, dalla
composizione e scomposizione continua dei pixel. Così riesce ad entrare nelle fluttuanze del colore.
Le sue opere sono strettamente legate alla quotidianità, al suo circostante. “Il suo concetto di temporalità è legato a un senso di attraversamento, di passaggio”- scrive Angela Madesani nel catalogo che accompagna la mostra – “chi guarda riesce ad entrare nei frangenti proposti, bloccati dalla resina: così la memoria personale può diventare collettiva. La ricerca di
Lindberg non offre risposte certe, apre piuttosto, dei quesiti, che pongono in evidenza le molteplici sfaccettature e la complessità della condizione esistenziale”.
David Lindberg
Quando
28 marzo 2009
ore 11:30
28 marzo 2009 - 9 giugno 2009
Dove
Studio la Città
Lungadige Galtarossa, 21
37133 Verona
Informazioni
mostre@studiolacitta.it
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