Jacob Hashimoto
1999|2005
13.10.2020 – 02.04.2021
Il lavoro di Jacob Hashimoto si vede regolarmente in Italia dal 1999, grazie all’intuito di Hélène de Franchis.
Questa mostra ci invita a tornare alle origini del lavoro di Jacob Hashimoto, agli elementi di base del suo lavoro, sia da un punto di vista puramente cronologico che in un senso ideale più ampio. Se nei lavori più recenti, nelle grandi installazioni, il soggetto sembra quasi diventare lo spazio, con i vuoti i pieni, qui la questione principale è quella del “modulo”, cioè di quell’elemento minimo – tondo, ellittico o quadrato – che, costruito come un piccolo aquilone, costituisce la più piccola particella di ogni sua opera, una molecola, quella “monade” che, scontrandosi con altri elementi simili, determina la forma delle cose. In queste opere non installative la sovrapposizione, la distanza e lo spessore degli elementi conferiscono la profondità a qualcosa che per sua natura è bidimensionale, per capire come il modulo sia l’elemento che “rende visibile” il vero soggetto: lo spazio che così diventa percepibile, che così viene creato.