Jacob Hashimoto prosegue la sua ricerca sull’intersezione tra paesaggio e astrazione, attraverso nuove opere a parete, realizzate a partire dai suoi celebri “aquiloni”, creati per l’occasione con pattern inediti. La mostra a Verona arricchisce il programma espositivo dell’artista il quale, sempre con Studio la Città, sarà presente anche a Venezia, all’interno della collettiva Recursions & Mutations, sull’Isola della Giudecca in occasione della 58a edizione della Biennale.
Contrariamente alle opere di grandi e grandissime dimensioni, che solitamente distinguono l’operato dell’artista, per questa personale a Studio la Città, Hashimoto ha diversificato molto misure e colori, proponendo anche lavori piccoli, composti da moduli geometrici in carta giapponese con minuziosi collages variopinti.
In alcuni casi i disegni si presentano più rigorosi e schematici, in altri appaiono come delle calligrafie sinuose o dei merletti: tutte queste sovrapposizioni stratificate e leggerissime però, sono accomunate dalla continua ricerca sulla modularità e sul paesaggio. Nelle opere di Jacob Hashimoto, i singoli componenti agiscono come delle molecole che, unendosi secondo modelli ben studiati, danno vita a veri e propri ecosistemi, siano essi naturali, vegetali o umanizzati.