Trenta immagini appartenenti a quella corrente artistica e fotografica ottocentesca, che prende il nome di Orientalismo, a confronto con i lavori di sette artisti contemporanei italiani e stranieri.
Le immagini antiche fanno parte di una collezione privata di immagini di ambito egiziano raccolte da un diplomatico italiano tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX: ritratti, paesaggi, barche, scene di vita quotidiana riprese da tre grandi protagonisti della fotografia di quel periodo, Felix Bonfils, Hippolyte Arnoux, i fratelli Zangaki. Preziose le rare immagini inerenti l’apertura del Canale di Suez. Le immagini, rigorosamente in bianco e nero, stampate all’albumina, sono esposte accanto ai lavori di Gabriele Basilico, Luca Campigotto, Daniela Comani, Lynn Davis, Tarin Gartner, Shrin Neshat, Marco Zanta.
In mostra sono vedute, paesaggi e personaggi del vicino, medio e estremo oriente. Nel video Pulse, di Shirin Neshat, tra le più conosciute artiste della scena contemporanea, il fuoco è puntato sulla condizione della donna nel mondo musulmano.
Una Beirut devastata dalla guerra, all’inizio degli anni novanta, è la protagonista delle affascinanti immagini in bianco e nero di Gabriele Basilico. Ironico, solare, tranquillo è Israele raccontato dalla giovane israeliana Tarin Gartner che ormai da qualche anno vive nel nostro paese. Coloratissime e ipertecnologiche sono le immagini giapponesi di Marco Zanta, giovane promessa della fotografia italiana di paesaggio e di architettura. Il rapporto Giappone-Europa è il tema dell’originale video di Daniela Comani, che da anni vive a Berlino. Si tratta della sovrapposizione continua di immagini riguardanti Mosca e Tokio: una sorta di virtuale Transiberiana. L’Egitto è il protagonista delle fotografie di Luca Campigotto. Immagini di grande eleganza formale che per alcuni versi riportano alle atmosfere ottocentesche con piramidi, sfingi e paesaggi desertici.
Sempre di atmosfera archeologica sono le immagini dell’americana Lynn Davis, che, attraverso un uso sapiente della luce e della tecnica, riescono perfettamente a evocare atmosfere e situazioni connotate da una curiosa indeterminatezza temporale.
Dunque una mostra particolare, trasversale, che va oltre tendenze e movimenti e che si sviluppa in senso iconografico, cercando di ricostruire una storia lunga oltre centocinquanta anni.