«Qual è la differenza tra un scultura di minimal art e una rampa per skateboard? O sono la stessa cosa?» Sono queste le domande che Shaun Gladwell suggerisce allo spettatore che si pone di fronte al suo nuovo lavoro dal titolo Skateboarders vs Minimalism. Il video, realizzato grazie alla collaborazione di tre dei più importanti skaters a livello mondiale –Hillary Thompson, Jesus Esteban Correa e Rodney Mullen–, è girato all’interno di uno spazio espositivo dove gli skaters eseguono le proprie evoluzioni con abili movimenti saltando copie di sculture di Donald Judd, Dan Flavin e Carl Andre, e altri artisti che hanno diffuso la minimal Art negli anni ’60 e ’70.
Lo stesso Gladwell afferma: «minimalism offers such great forms for skateboarders to ride on. It is a formal issue. The forms are simple and clean – perfect for skateboarding» («l’arte minimale offre grandi forme da “cavalcare”. Si tratta di una questione formale. Le forme sono semplici e pulite – perfette per lo skateboard»). Il video è accompagnato da “Islands” di Philip Glass.

Shaun Gladwell (1972, Sydney), cresciuto nella periferia a ovest di Sydney, non è un artista video convenzionale e le sue opere non sono i tipici video instabili e veloci degli skateboarder video-maker. Infatti, il suo lavoro si sviluppa attraverso la lettura di forme di espressione urbana – come skateboarding, hiphop, graffiti, BMX bike riding, break-dancing e sport estremi – e si fonda principalmente sullo studio del corpo umano all’interno dello spazio e sulla plasticità del movimento stesso. Tutti questi elementi sono spesso ambientati in contesti particolari e sono accompagnati, come in questa ultima opera, da composizioni musicali che sono parte integrante dell’opera stessa.
Nel 2009 Shaun Gladwell ha rappresentato l’Australia alla 53rd Biennale di Venezia con la mostra MADDESTMAXIMVS: Planet & Stars Sequence. Il suo lavoro è stato ampiamente esposto in occasione di biennali internazionali fra cui Biennale del Cairo (2010), di Sydney (2008), di Taipei (2008), 52. Biennale di Venezia (2007), di São Paulo (2006), di Busan (2006) e alla Triennale di Yokohama (2005). Il lavoro di Gladwell fa parte di importanti collezioni pubbliche e private in UK, Australia, USA, Olanda e Giappone.