Today together è la mostra che Studio la Città e la Galleria Tonelli hanno presentato lo scorso 15
settembre 2015 nello spazio di via Aurelio Saffi 33 a Milano e che vede protagonisti sei grandi artisti
internazionali: Getulio Alviani, Stuart Arends, Vincenzo Castella, Fausto Melotti, Mario Schifano e
David Simpson.
La mostra si articola nelle tre sale dello spazio espositivo, proponendo un dialogo tra “coppie” di artisti.
Così, nella prima sala sono messe in relazione alcune opere di Vincenzo Castella e di Mario Schifano.
Del primo sono esposte diverse fotografie inedite della serie “Milano”, dove l’artista pone l’attenzione
su come le città siano di fatto un insieme di corpi e di abitazioni. Del secondo, invece, sono presentate
alcune opere degli anni ’60 – ’80 che illustrano i diversi periodi artistici di Schifano: dalla ripresa del Futurismo nel 1964 all’uso della polaroid, dall’influenza dei mass-media nella pittura al ricorso a tecniche e materiali diversi, fino al furore produttivo degli anni ’80 dove il gesto del pennello diventa quasi frenetico.
La fotografia per Castella e le carte per Schifano costituiscono il linguaggio con cui gli artisti indagano la
realtà e concepiscono l’arte, la quale “sembra consistere soprattutto nel modo di guardare la vita come
uno spettacolo della visione” (Gian Piero Vincenzo, Mario Schifano “Omaggio”, Studio la Città, 1991).
Nella seconda sala il dialogo è tra Stuart Arends e Fausto Melotti, due personalità artistiche accomunate
dalla loro peculiare manualità: la prima esplicitata attraverso la realizzazione di quelli che l’artista definisce “Kid Blocks”, ossia giocattoli – meglio definiti dall’artista come “materiali trovati”, ovvero blocchetti di legno, tazze e barchette – dove la cera e la pittura entrano in relazione con un’intima armatura di legno, mentre la seconda rivelata dalle esili sculture degli anni ’50.
Infine, nella terza ed ultima sala sono esposte una selezione di opere cinetiche di Getulio Alviani e le tele
monocrome cangianti di David Simpson. Se da un lato il concetto di kìnesis nelle opere di Alviani, realizzate in alluminio e laminato di vetro, è più esplicito, con sfaccettature sempre diverse che interferiscono con l’esperienza ottica, nei lavori di Simpson è più “ermetico”. Le opere dell’artista americano mutano cromaticamente con maggiore o minore evidenza a seconda dell’incidenza della luce.