Giorgia Severi è tra i venti artisti italiani e internazionali presenti nella mostra Tree Time, che sarà aperta dal 30 ottobre 2020 al 30 maggio 2021 presso il MUSE di Trento.
Da un’idea e progetto espositivo del Museo Nazionale della Montagna di Torino curata da Andrea Lerda e Daniela Berta, la mostra dà voce ai linguaggi dell’arte per una nuova visione, gestione e cura degli alberi, dei boschi e delle foreste, mettendo in relazione ricerca scientifica e artistica.
Gli alberi sono i più grandi alleati per il mantenimento degli equilibri climatici e atmosferici del pianeta, ricoprono quasi il 30% della superficie terrestre e molti formano ecosistemi complessi e affascinanti: le foreste. Il deteriorarsi delle condizioni delle foreste si riflette inevitabilmente anche sulla qualità della nostra vita, esponendoci a condizioni ogni giorno più insicure e imprevedibili. In risposta, sta emergendo una nuova presa di coscienza dell’impatto che l’interferenza umana esercita sugli ecosistemi naturali e la necessità urgente di ricostruire forme di coesistenza sostenibili per il tempo a venire.
L’opera “can’t see the forest for the trees” di Giorgia Severi parte dalla tempesta di Vaia per guardare dall’alto quello che sta succedendo all’ecosistema del pianeta Terra, ma ancor più una lente di ingrandimento su quello italiano. Un viaggio dall’alto per parlare di biodiversità e paesaggi contaminati, così come di problematiche legate al surriscaldamento terrestre e inquinamento. L’uragano Vaia infatti è stato uno dei tanti eventi climatici catastrofici degli ultimi decenni che esplicano sempre più il fatto che il nostro paese sta andando verso la tropicalizzazione. Il titolo è ispirato alla tipica espressione inglese “can’t see the forest for the trees”, utilizzata quando non si riesce ad avere una visione chiara della situazione perché ci si concentra troppo sui piccoli dettagli e non si riesce a vedere che invece tutto funziona come un grande network, ossia come una foresta dove tutti i singoli elementi sono in relazione tra loro. Partendo infatti dalla tempesta Vaia, l’opera affronta le attuali problematiche ambientali che sono tutte collegate per cause e conseguenze di varia natura: geologica, climatica e antropica.
Artisti in mostra:
Gabriela Albergaria, Emanuela Ascari, Joseph Beuys, Simone Berti, Ursula Biemann e Paulo Tavares, Walter Bonatti, Gabriella Ciancimino, Aron Demetz, Hannes Egger, Sam Falls, Helen Mayer Harrison & Newton Harrison, Jiri Havel, Cesare Leonardi e Franca Stagi, Cecylia Malik, Federico Ortica, Sunmin Park, Steve Peters, Giusy Pirrotta, Craig Richards, Vittorio Sella, Giorgia Severi, Formafantasma, Mali Weil, Museo Wunderkammer, Ermenegildo Zegna
Concept scientifico e testi di Matteo Garbelotto