Partendo dall’idea di Giorgio Vasari – celebrato quest’anno ad Arezzo con una grande mostra – che considera il disegno come elemento di discrimine attraverso cui poter definire l’artista in quanto tale, Luigi Carboni ci racconta come «Il disegno, lo schizzo sono stati sempre considerati secondari, in parte marginali, invece in queste opere in mostra ad Arezzo il segno diventa protagonista. Un segno vivo, un tracciato nero dominante si sviluppa sulla superficie e diventa artefice di una visione».
La mostra, curata per Le Nuove Stanze da Marco Bazzini, è stata organizzata in collaborazione con la Fondazione Guido di Arezzo e il supporto di Magonza.
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