Forse oggi non esiste artista che più di Ettore Spalletti esprima in modo così poetico la precarietà che si nasconde dietro all’apparente stabilità della vita e la cultura. “Poetico”, non tanto nel senso di vaghezza di pensiero o di ricercatezza del gesto elevato ma, in ultima analisi, effimero: si tratta di un artista che costruisce un ponte fra sé ed il mondo in modo decisamente concreto, e che adopera tutte le strategie che conosce, dalla bellezza fisica a consapevoli riferimenti storici, per raggiungere questo scopo. Notoriamente è difficile, se non addirittura impossibile, definire la bellezza.
Eppure, l’opera di Spalletti offre dei piaceri visivi apprezzabili da tutti: superfici delicate e quasi sensualmente tattili, colori e forme appena sufficientemente diversi dalla familiarità così da intrigare e stupire ogni volta lo spettatore. E sebbene i suoi colori altamente seducenti siano quasi naturali (anche se non completamente: nessun cielo è mai stato di un azzurro così incipriato, nessun nero esiste in natura come i suoi marmi lucidati), essi si oppongono con forza a quanto affermato dall’Urna greca di Keats: la bellezza non è tutto quello che sappiamo né tutto quello che dobbiamo sapere.
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Opere disponibili
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Inseparabili dittico, 2002
Impasto di colore su tavola cornice rastremata, foglia d'oro
150 x 300 x 4 cm -
Disegno, 1989
Matita su carta
70 x 100cm
Installazioni
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"50 Years, a Day. Studio La Cittá, a Story.”, 2022
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Studio la Città - Piero Atchugarry Gallery, Miami -
La Musée 2, 2020
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Studio la Città, Verona -
Installation view, 2016
Studio la Città ad Arte Fiera, Bologna
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Ettore Spalletti, 2015
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Studio la Città - Palazzo Cini, Venezia -
Proportio, 2015
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Studio la Città - Palazzo Fortuny, Venezia -
Ettore Spalletti, 2011
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Studio la Città ad ArtVerona, Verona -
TRA - Edge of Becoming, 2011
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Studio la Città - Palazzo Fortuny, Venezia -
IN–FINITUM, 2009
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Studio la Città - Palazzo Fortuny, Venezia -
Un’opera di Ettore Spalletti, 2007
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Studio la Città, Verona