Giustamente i quadri di Franco Passalacqua possono essere messi in rapporto a tutta una schiera di opere di artisti ossessionati dal “modulo”, ma una cosa in particolare lo separa da molti di loro: un suo quadro, per quanto ‘astratto’, non può essere messo a rovescio. Questo potrebbe sembrare un punto minore o addirittura frivolo, ma indica una componente essenziale della sua pittura: il suo rigore formale e i suoi forti ritmi interni non solo legano e rendono solida la superficie, ma impongono una direzione, un dritto e un rovescio, un modo di leggere i quadri dal quale non ci è permesso prescindere.
E questo sarebbe vero anche senza quelle delicate pennellate, quell’equilibrio di colori cupi ma ricercati accesi da lampi di arancione e di verdi acidi… Perché ambedue questi aspetti non sono altro che elementi che confluiscono in una strategia per farci partecipi della profonda umanità di questo suo mondo senza figure umane. I suoi ritmi astratti, la sua struttura solida, ma anche quelle sue pennellate che mostrano la mano che le ha create e quasi accarezzate, ci fanno ritrovare un mondo stabile ma scosso dalle correnti, dal rinnovamento e dall’appassire, un mondo in tutta la sua insicura sicurezza: non naturalistico ma, può darsi, fin troppo naturale.
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Opere Disponibili
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Compost, 2005
Olio su tela e cera
75 x 75 cm -
3.822 alberi, 2018
Acrilico e colori industriali su alluminio
32 x 32 x 2,5 cm -
Compost, 2004
Olio su tela
75 x 75 cm
Installazioni
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Today I would like to be a Tree, 2021
Installation view
Studio la Città, Verona -
Today I would like to be a Tree, 2021
Installation view
Studio la Città, Verona -
Today I would like to be a Tree, 2021
Totem, 2020
Acrilico e colori industriali su alluminio
260 x 15 x 15 cm